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domenica


L'idea del testo mi fu suggerita proprio dai bambini, durante una discussione sul rispetto delle regole stradali e alla relativa domanda: "Cosa succederebbe se non ci fossero i segnali?". Scrissi questo testo per farlo drammatizzare, filmarlo e inviare il video al concorso "Il poliziotto, un amico in più", ma venne male e ci rinunciammo.
La strada si ribella

NarratoreDopo l’ennesimo incidente al solito incrocio.

Semaforo – E mo basta! Mi sono scocciato, questa storia deve finire!

Triangolo che segnala il semaforo all’incrocio 

– Gennarì, che fai? Fermati!

S. – No, me ne vado, da oggi non lavoro più!

Tr. – Ma perché? Che t’è successo? T’è sempre piaciuto questo lavoro!

S. - Una volta! Ora non più. Non sei stufo pure tu di vedere ogni giorno tutti questi incidenti, queste povere auto che s’ammaccano come fisarmoniche e tutta questa gente che o muore o finisce all’ospedale?

Tr. – Beh, veramente io sto un poco più lontano e certe cose non le riesco a vedè.

S. 

– Beato te!..... Proprio ieri, verso le otto di mattina, un bambino stava andando a scuola e, per attraversare la strada, si ritrova a letto con le gambe rotte. Com’era carino! Aspettava tutto contento che io gli dessi il permesso di attraversare e, quando gli ho dato l’OK, lui ha incominciato ad attraversare, ma all’improvviso, nonostante mi sono fatto rosso rosso, un irresponsabile, senza rispetto, gli ha fatto fare un volo di cinquanta metri.


No, credimi, non voglio più lacrime!

Tr. 

– Hai ragione, ma se tu te ne vai, io che ci sto a fa’? Aspetta, mo vengo ‘nzieme a tte!
Strisce pedonali – (alcuni bambini, vestiti di bianco, si alzano da terra dove prima erano sdraiati ) Veniamo anche noi; pure il nostro lavoro è inutile qui.

Stop 

– Signori, aspettatemi, vengo con voi!


Nonostante, non per vantarmi, sia quello più importante, non vengo mai rispettato e quello che Gennarino dice di vedere ogni giorno, lo vedo anch’io.


Eppure noi, instancabili, abbiamo fatto sempre il nostro dovere, mai un giorno di riposo; con la grandine, neve, tuoni, lampi, sole cocente, sempre lì, felici del nostro lavoro, e , come ringraziamento, la gente cosa fa? Non ci degna di uno sguardo, non si cura dei consigli che elargiamo ogni secondo, non è riconoscente


verso chi, con tanto amore, gli salva la vita.

Cassonetto dell’immondizia 

- Uèh, guagliù, vengo con voi! Tanto, ci sto o non ci sto, la “mmonnezza” sempre a terra sta.


Vengo riempito a tutte le ore e che fragranza per tutta la città. Qua nessuno rispetta niente.

Narr. 

- Ad essi si accodano tutti gli altri segnali. La strada rimane vuota e abbandonata a se stessa. Immaginate un po’ che confusione e che sporcizia!


Il Sindaco, avvertito, convoca tutti i segnali e i cassonetti in riunione straordinaria.

Sindaco 

- Ma cosa vi è saltato in testa? Siete impazziti?


Non vedete com’è ridotta la città senza di voi? Sembra di essere nel Far West,


dove ognuno si fa giustizia da sé, dove prevale la prepotenza e la legge del più forte. Gli incidenti sono aumentati ed anche le malattie per mancanza di igiene.
Il divieto di sosta –(facendosi portavoce) Signor Sindaco, noi il nostro lavoro l’abbiamo sempre fatto, ma per molti, ci siamo o non ci siamo, è la stessa cosa, quindi abbiamo deciso di protestare e di lasciare i cittadini a cuocersi nella loro stessa confusione.

Sind. – Ed io come faccio da solo a tenere in ordine le mie strade? Come potrò evitare che qualcuno si faccia male, percorrendole? Cosa dirò ai turisti che vengono ogni anno a visitarci? Vi prego, datemi un consiglio!

Narr. - I segnali si consultano e, dopo aver preso una decisione unanime, rispondono in coro:

Tutti - I bambini!!!

Sind. – I bambini? E che soluzione è questa?

Divieto d’accesso – Vede signor Sindaco, i bambini sono il nostro futuro; e se iniziassimo da loro? Potremmo entrare nelle scuole, presentarci a loro e diventare amici. Sono sicuro che si abitueranno alla nostra presenza, capiranno certamente l’importanza del compito che svolgiamo e potrebbero far leva sulla coscienza degli adulti. Potremmo spiegare loro che le regole non sono un limite alla libertà, anzi, esse rendono l’uomo libero.

Sind. – Giusto. Allora andate nelle scuole gridando questo slogan:
“Il rispetto delle regole rende l’uomo libero!”




CLASSE III H


INS. WANDA CONTE

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