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martedì

Accoglienza

I primi giorni di scuola sono dedicati comunemente all'accoglienza, cioè un periodo di circa quindici giorni in cui si praticano attività miranti a favorire l'integrazione, la conoscenza e lo stare bene insieme se si tratta di una classe prima ed è per noi un momento di osservazione dei comportamenti e utile alla  rilevazione dei requisiti necessari a stabilire percorsi e strategie di intervento per ogni alunno.
E' un momento molto delicato se accogliamo i bambini della classe prima ed il miglior modo per poterli conoscere è quello di osservarli in ciò che a loro è più congeniale: il gioco.
Occorre far vivere ai bambini momenti sereni, creando un clima privo di ansie attraverso attività-gioco che li aiuti ad integrarsi,  a conoscersi, a raccontarsi. Portiamoli a fare la conoscenza del nuovo ambiente scuola, facciamo qualche ora di lezione all'aperto, visto che settembre ancora lo permette, ma soprattutto lasciamoli raccontare ed ascoltiamoli: acquisteranno fiducia e ci aiuterà a conoscerli meglio.
Con le classi successive ho l'abitudine di dedicare loro un pensiero, un augurio per un buon anno scolastico che faccio incollare sul quaderno ed anche a loro lascio il tempo di raccontare le esperienze appena fatte e cerco di trasformare le attività in gioco. Mi è rimasto solo questo come ricordo in seconda, dove decisi di continuare ad usare "Il trenino Eo" come sfondo integratore. Mi ingegnai una canna da pesca con calamita ed i bambini realizzarono gli animali marini con cui si divertirono a giocarci, apprendendo inconsapevolmente, perchè dovettero leggere e comprendere il messaggio inviatogli dal loro amico "Eo",  fecero classificazioni e risolvettero situazioni problematiche, parlarono dell'ambiente marino e verbalizzarono l'esperienza sia con i disegni che per iscritto e  prepararono un cartellone che fu la prima tappa del loro nuovo viaggio con "Eo".

I lavoretti

Nella scuola primaria c'è l'usanza di far realizzare lavoretti in occasione di determinare festività; è talmente radicata che il non farli diventa un sacrilegio. Alcune insegnanti non amano questo tipo di attività e molto spesso è anche causa di scontri tra loro: "Perchè io?" "Io non sono brava!" "Mi fa perdere tempo!"......
Osservando le mie colleghe e quelle incontrate in tante altre scuole, sono giunta alla conclusione che esistono tre correnti di pensiero:
1) quella dell'insegnante "brava" che realizza da sola i manufatti e li presenta belli e fatti ai bambini;
2) quella che non è "brava" e fa acquistare oggetti già belli e pronti;
3) quella che lascia i bambini manipolare e creare.
Io appartengo alla terza categoria: penso che non ci sia maggior soddisfazione per il bambino realizzare qualcosa per la sua mamma e per quest'ultima vedere un lavoro realizzato con le mani del proprio figliolo.
Alcuni lavori che faccio fare a scuola presentano difficoltà di realizzazione in quanto prevedono l'utilizzo di strumenti non adatti ai bambini, allora preparo le basi su cui poi gli alunni lavoreranno e vengono fuori dei manufatti personalizzati anche se il motivo è lo stesso.
 

Per la mamma

Era in piena fase operativa il progetto "Te lo do io l'Egitto" e si stava avvicinando la festa della mamma; i ragazzi impegnati nel progetto stavano realizzando un cartellone con la tecnica di art-attak, ossia colla vinilica e carta igienica (portata dai bambini, perchè quella della scuola era razionata) e mi venne l'idea di utilizzare la stessa tecnica per una cornice da regalare alle mamme. Il risultato è stato questo (ho chiesto a una ex alunna di fotografarmi il suo lavoro) anche se nessuno era uguale ad un altro, perchè ogni bambino l'ha decorato a proprio piacimento
Per la base presi i cartoni delle pizze e ne ritagliai la cornice (non potevo far usare il cutter ); i bambini la rivestirono con carta di giornale e poi passarono ad incollarvi la carta igienica. Una furbata: nel diluire l'acqua con la colla vinilica feci aggiungere già la tempera, ed evitammo il passaggio della colorazione ed in più ogni lavoro presentava sfumature diverse perchè le quantità venivano aggiunte ad occhio. Ad essiccazione, incollammo dietro dei ritagli di carta da parati (tenere cataloghi di parati e stoffe sempre a disposizione, permette di realizzare tante attività a costo zero), lasciando libero un lato per poter far inserire una foto.

Questo invece fu realizzato l'anno precedente.Facemmo portare una scatola di latta di biscotti o caramelle, chiedemmo il piacere al papà di un alunno che faceva il carrozziere di verniciarle (purtroppo aveva solo quel colore disponibile da mettere a disposizione gratis) e i bambini realizzarono il loro decoupage)

domenica

Un grande progetto

Un progetto da realizzare in classe quarta, come approfondimento dell'argomento, perchè l'antico Egitto affascina molto i bambini. Si possono realizzare contemporaneamente tante attività interdisciplinari in classe: in italiano si possono leggere le storie-game su come ritrovare antichi tesori (Credetemi, si divertono ...molto) e utilizzare i geroglifici come codice verbale per i messaggi segreti (nel web c'è un traduttore simultaneo), far scrivere un racconto collettivo ambientato in Egitto o testi descrittivi; in matematica si possono far conoscere i numeri usati da questo popolo e il loro metodo di misurazione e inventare situazioni problematiche ambientate fra piramidi, sulle sponde del Nilo, far costruire una piramide con carta e far riconoscere in essa figure note; far collegamenti con l'insegnante di religione, in geografia si può far analizzare il territorio, metterlo a confronto con quello del passato, far tracciare itinerari, far ascoltare musica egizia mentre realizzano disegni e manufatti (in occasione della festa del papà i bambini realizzarono un papiro con garza e polvere di caffè e incollarono la scritta "al mio faraone" scritta prima con i geroglifici). Insomma, è un argomento che affascina e permette di dare ampio spazio a idee e collegamenti. Le foto sono qui.

sabato

Te lo do io l'Egitto

Ho parlato di questo lavoro , intervenendo ad una discussione sulle "tecnologie di carta", un gruppo sul sito "La scuola che funziona" in cui si poneva il quesito se ancheun elaborato prodotto con carta o l'utilizzo della carta (come pure altri materiali) sia ancora uno strumento didattico valido per favorire l'apprendimento. Questo è stato il mio intervento.

"Le tecnologie di carta permettono di interagire con gli altri, fa fare gruppo, fa guardare negli occhi l'altro, crea contatto fisico e favorisce la manipolazione e la creatività.
Realizzai un progetto sugli Egizi, prevedendo solo l'uso del PC: la finalità era quella di utilizzare l'informatica come strumento per approfondire le discipline e creare un ipertesto.......
Vero che prima di recarci nell'aula di informatica preparavamo una mappa per stabilire i vari collegamenti, si ampliava il discorso con gli apporti di testi e oggetti vari portati dagli alunni che comunque erano molto interessati all'argomento, ma dovetti ad un certo punto rivoluzionare tutto e inserire quella che tu chiami: tecnologia di carta. L'aula diventò una vera officina: tanti piccoli operai che allegramente tagliavano, incollavano, pitturavano e ridevano, sì, ridevano imitando le pitture egizie, dei loro nomi scritti con i geroglifici e si entusiasmarono così tanto che le mamme vollero partecipare anche loro e allora chiesi di preparare dei costumi da far indossare il giorno conclusivo del progetto".  Fu  un lavoro immane, ma la ricaduta positiva sulle attività di storia fu più che buona. 
Accanto a tutto questo lavoro cartaceo, si aggiunse  quello multimediale dell'ipertesto realizzato con Powerpoint.                                        



venerdì

Storia e geografia

C'è sempre una prima volta!

Dopo tanti anni che ho insegnato italiano e matematica, il 2009/2010 mi hanno visto alle prese con storia e geografia in due classi prime. Inizialmente ne ero contrariata, ma poi mi sono letteralmente divertita e con me i bambini. Mi sono inventata giochi e situazioni sull'orientamento spaziale e temporale; ho fatto indossare il casco (simulandolo con le mani) per fare viaggi con la macchina del tempo, facendoli atterrare nell'anno della loro nascita e li ho lasciati fantasticare, mentre dicevano quello che vedevano nella culla, sul fasciatoio, nel passeggino......). Ricordo che i più piccoli, nati nell'anno successivo, mi hanno fatto notare che non c'erano; io ho fatto finta di non capire e loro, con santa pazienza, mi hanno spiegato che erano nati dopo: gli ho inviato un grosso bacio. Sembra normale per noi, ma per un bambino è un grande traguardo. Lo stesso gioco lo si faceva anche con i mesi.
Del materiale realizzato ho poco, tranne delle foto che ho fatto per inviarle ad un'amica e le mappe delle aule viste dall'alto che ho realizzato con Word; non sono realmente in scala, (mia figlia è inorridita) ma rendevano l'idea. Con esse ci ho lavorato tanto prima di far incollare una fotocopia sul quaderno. Sembravano dei veri esploratori con queste mappe in mano: dovevano individuare il loro posto, cambiando spesso il punto di vista; disegnare percorsi e indicare le direzioni ai compagni per farli accomodare ai loro posti.
L'attività preferita dai bambini era quella sulle coordinate geografiche: si divertivano molto a localizzare oggetti su una griglia.
Avevo anche un'ora di laboratorio e, furbescamente, l'ho utilizzata per approfondire la storia e contemporaneamente facevo educazione alla cittadinanza; l'ho intitolato: "La mia storia" ed ho scelto come obiettivo quello di conoscere se stessi e il proprio vissuto.  Sulla prima pagina del quaderno ho fatto incollare la loro carta di identità che ho realizzato con Publisher. (ne realizzai una in classe quinta quasi identica a quella vera che diedi nei giorni dell'accoglienza). Nel riquadro della foto si sono disegnati e hanno trascritto i loro dati.
Beh, non tutti i mali vengono per nuocere.
Morale: se metti passione in quello che fai, ogni cosa piccola diventa grande.

Le mappe
Questa è la macchina del tempo che i bambini facevano a gara per aggiornarla e se lo dimenticavano, bastava che dicessi: "Oggi allora non si fa niente, perché l'abbiamo già fatto" e subito capivano che dovevano passare le lancette avanti. Sono rimasti perplessi sola la prima volta.

Il giorno e la notte
Il sole e la luna li ho fatti con il fondo di una bottiglia di plastica trasparente.

La carta d'identità
Dopo si piega in 4

Cosa c'è di strano?

Sono un’appassionata de “La settimana enigmistica” e di giochi linguistici; mi diverto a scomporre e comporre parole, cercando di trovarvi dentro spunti per alcune attività didattiche. Volevo proporre agli alunni un alfabeto diverso dal solito e, pensa e ripensa, è venuto fuori questo che può essere presentato come un gioco.
Si fa copiare prima l’alfabeto e poi si invitano gli alunni a trovare la curiosità presente in esso; una volta intuito il “trucco” si può trasformarlo in un vero e proprio gioco da creare in classe: su alcuni cartoncini si fanno scrivere le lettere dell’alfabeto e su altri, magari di colore diverso, le parole; si formano 2 squadre: quella dell’alfabeto e quella delle parole, che si fronteggeranno in ordine sparso; un alunno o l’insegnante chiamerà un bambino-alfabeto che avanzerà di due passi; il bambino-parola deve comporre un’altra diversa di senso compiuto con quella lettera, si unirà al compagno e conquisterà un punto se la parola che ha formato è quella giusta.
Ecco la scheda

                                                  L'ALFABETO BIZZARRO

Volendo, si possono cambiare le parole; ce ne sono tantissime.
Si può farlo illustrare: quale parola sceglieranno?

I trigrammi sci - sce

CHI CONOSCE IL PESCE BISCIA?

Chi conosce il pesce biscia?



Lui non nuota, lui striscia!


Sulle squame lisce


indossa una fascia a strisce.


Mangia del pollo la coscia,


dopo aver tolto la pelle floscia


e quando la finisce,


la bocca con la pinna pulisce.


Al suo passaggio tu vedi una scia:


è gelatina che a terra rilascia.


Qualcuno ha provato a portarlo in piscina,


ma fino al mare lui si trascina,


perché il cloro non gradisce:


è l’acqua salata che lui preferisce!



giovedì

Per il papà

Un'idea simpatica per la festa del papà: richiese molto tempo, ma fu molto gradito.
Chi volesse realizzarlo, deve iniziare molto tempo prima del 19 marzo.
Il giornale del papà è una raccolta di tante attività svolte dai bambini: un testo descrittivo con relativa rappresentazione grafica, un testo in cui si parla del lavoro del papà, più il disegno relativo (molto spesso i bambini non conoscono l'attività dei genitori e questo è un modo per creare dialogo in famiglia), proverbi, cruciverba, barzellette sul papà, pensieri liberi dei bambini e poesia.
Questa testata che realizzai semplicemente con Word, la feci stampare su carta con grammatura maggiore. Ogni bambino vi inserì la foto e mettemmo insieme i lavori (usando la bucatrice a due fori) con un raccoglitore a fascetta.
Volendo, si possono tenere insieme con un dorsetto.
In quinta, sempre per il papà, fu la volta del limoncello.
La zia Ida sa fare un limoncello veramente buono e mi venne l'idea di fargliene preparate tre litri (sarebbe stato bello far partecipare i ragazzi alla sua preparazione, ma a scuola mia hanno le mani lunghe e sicuramente non avremmo trovato più niente), i ragazzi realizzarono col das i limoni, li colorarono e li usarono per decorare le bottigline, riempite successivamente di limoncello. Volendo si possono far decorate le bottiglie con pittura su vetro.
questo il risultato finale, gradito dai papà.

mercoledì

La cronaca

Ogni qualvolta  preparo un'attività, chiamo a raccolta tutte le mie conoscenze, affinchè possa trovare collegamenti con più discipline; in tal modo i bambini hanno modo di approfondire l'argomento e vengono abituati a trasferire i contenuti da una disciplina all'altra, perchè il sapere è uno, ma talmente vasto che si è stati costretti a classificarlo in sottogruppi chiamati discipline (è ciò che spiego agli alunni, quando si meravigliano che una maestra di italiano fa anche una lezione di matematica o viceversa)
Questo mi sottrae tempo, ma mi diverte e in più mi stimola la fantasia: è una soddisfazione quando riesci a trovare la chiave di collegamento tra la tua attività e quella delle tue colleghe (questo quando c'è feeling e voglia di collaborazione).
Quindi la maggior parte delle mie attività sono interdisciplinari: prendere due piccioni con una fava!
Persino una visita guidata dà l'input ad attività trasversali, come capitò per la visita agli scavi di Pompei.

Classe quinta: è il momento di spiccare il volo

Quando i ragazzi mi scrivono che hanno nostalgia degli anni trascorsi alla primaria e che vorrebbero ritornarci, rispondo che la vita ha una sola direzione: bisogna seguirla, volgendo ogni tanto lo sguado ai passi già fatti ed aggiungere ad essi quelli futuri, continuando a fare nuove esperienze.
Nei 20 anni di precariato e nei 9 di ruolo, solo una volta mi è capitato di accompagnare un gruppo di bambini in tutto il loro percorso nella scuola primaria ed è stata una stupenda esperienza. Ricordo ancora il primo giorno di quella ultima meta che ci vedeva tutti commossi, sia perchè consci che sarebbe stata l'ultima volta che sarebbero stati accolti in quella scuola, sia perchè, grazie a una cattiva riforma, la maestra R, con la quale avevamo condiviso per 4 anni quell'avventura, non sarebbe stata dei nostri.
Scrissi loro una lettera che feci arrivare veramente per posta, indirizzandola alla scuola (era anche un modo per introdurre lo sfondo integratore di quell’anno e l’argomento sui mezzi di comunicazione a distanza); la lessi, poi ne feci una copia a ciascuno di loro e venne incollata sul quaderno.
A fine anno, mentre ne preparavo un’altra per salutarli definitivamente, mi venne l’idea di realizzare una video lettera (che forse qualcuno di voi già conosce).
Volentieri metto a disposizione quanto sopra, per tutti coloro che volessero prendere uno spunto su cosa fare e cosa organizzare quando i ragazzi vanno via (anche se preferisco dire: quando spiccano il volo)
Questa è la video lettera

  Questa la lettera di accoglienza

martedì

Come far nascere una poesia

Un modo molto semplice per creare una poesia collettiva è quello di scegliere un argomento, discuterne insieme, porre domande e, mettendo insieme le risposte, (prendendone una se molte sono simili)  il gioco è fatto. In fondo una poesia non è altro che un insieme di pensieri (in questo caso di più persone).
Questa specie di gioco lo si può fare soprattutto quando si parla di emozioni: gioia, tristezza, paura......
Qui un esempio sull'autunno.

Agli scavi di Pompei

In classe quinta avevamo scelto come meta per la visita guidata (purtroppo ci concedevano di fare solo un' uscita) gli scavi di Pompei, perchè inerente il programma di storia.
Io sono del parere che le visite guidate debbano essere sempre un arricchimento di quanto progettato per quell' anno e non una semplice gita fuori porta.
Stavamo analizzando il testo informativo e precisamente la cronaca. Intanto avevamo già raccolto notizie sulla storia ed in particolare sull'eruzione che distrusse Pompei. Proposi quindi ai bambini di salire sulla "macchina del tempo" e di immaginare di trovarsi sul posto, al momento dell'eruzione e, da bravi cronisti, raccontare quanto accaduto. Avevamo già parlato delle origini della lingua italiana e, mettendo insieme tutte le loro conoscenze, realizzarono una vero e proprio articolo di prima pagina.
Purtroppo, per un disguido, non andammo più agli scavi, ma al Palazzo Reale di Napoli....non c'entrava niente con il curricolo, ma fu comunque una bella esperienza.
Rimarrà, però, nella memoria di tutti, questo bel lavoro.


Per la mamma

Un'idea originale quella di regalare alla mamma un dolce fatto con le proprie mani!
Ecco la ricetta:
Ingredienti:
1 pacco ORO SAIWA (confezione piccola)
250g zucchero
70g cacao in polvere
1 tazzina di caffè ristretto (Facoltativo)
1 tazzina di rum (Preferibile la bagna per il babà)
130g margarina
Decorazione a piacere  (zucchero, codine colorate, polvere di cocco......)
Esecuzione:
Frullare i biscotti con un robot da cucina e mescolare tutti gli ingredienti con la mano; formare tante palline e passarle nello zucchero o in altro tipo di decorazione; adagiarle in pirottini. (a casa li metto insieme a formare una montagna).
Un lavoretto veramente divertente e realizzato dai bambini con le proprie mani (fasciate con guanti monouso) e ha dato spunto anche ad attività didattiche quali: analizzare il testo regolativo e risolvere situazioni problematiche, perchè le dosi dovevano essere quadruplicate (portai a scuola anche una bilancia).
Questo il risultato

  



Due alunne parteciparono ad un concorso di poesie.
Morte a Guernica nacque da un lavoro collettivo in occasione del nucleo tematico: La guerra nell'arte. Tutti i bambini scrissero una poesia simile, ma Rosa ebbe l'idea di partecipare con la sua.

domenica


L'idea del testo mi fu suggerita proprio dai bambini, durante una discussione sul rispetto delle regole stradali e alla relativa domanda: "Cosa succederebbe se non ci fossero i segnali?". Scrissi questo testo per farlo drammatizzare, filmarlo e inviare il video al concorso "Il poliziotto, un amico in più", ma venne male e ci rinunciammo.
La strada si ribella

NarratoreDopo l’ennesimo incidente al solito incrocio.

Semaforo – E mo basta! Mi sono scocciato, questa storia deve finire!

Triangolo che segnala il semaforo all’incrocio 

– Gennarì, che fai? Fermati!

S. – No, me ne vado, da oggi non lavoro più!

Tr. – Ma perché? Che t’è successo? T’è sempre piaciuto questo lavoro!

S. - Una volta! Ora non più. Non sei stufo pure tu di vedere ogni giorno tutti questi incidenti, queste povere auto che s’ammaccano come fisarmoniche e tutta questa gente che o muore o finisce all’ospedale?

Tr. – Beh, veramente io sto un poco più lontano e certe cose non le riesco a vedè.

S. 

– Beato te!..... Proprio ieri, verso le otto di mattina, un bambino stava andando a scuola e, per attraversare la strada, si ritrova a letto con le gambe rotte. Com’era carino! Aspettava tutto contento che io gli dessi il permesso di attraversare e, quando gli ho dato l’OK, lui ha incominciato ad attraversare, ma all’improvviso, nonostante mi sono fatto rosso rosso, un irresponsabile, senza rispetto, gli ha fatto fare un volo di cinquanta metri.


No, credimi, non voglio più lacrime!

Tr. 

– Hai ragione, ma se tu te ne vai, io che ci sto a fa’? Aspetta, mo vengo ‘nzieme a tte!
Strisce pedonali – (alcuni bambini, vestiti di bianco, si alzano da terra dove prima erano sdraiati ) Veniamo anche noi; pure il nostro lavoro è inutile qui.

Stop 

– Signori, aspettatemi, vengo con voi!


Nonostante, non per vantarmi, sia quello più importante, non vengo mai rispettato e quello che Gennarino dice di vedere ogni giorno, lo vedo anch’io.


Eppure noi, instancabili, abbiamo fatto sempre il nostro dovere, mai un giorno di riposo; con la grandine, neve, tuoni, lampi, sole cocente, sempre lì, felici del nostro lavoro, e , come ringraziamento, la gente cosa fa? Non ci degna di uno sguardo, non si cura dei consigli che elargiamo ogni secondo, non è riconoscente


verso chi, con tanto amore, gli salva la vita.

Cassonetto dell’immondizia 

- Uèh, guagliù, vengo con voi! Tanto, ci sto o non ci sto, la “mmonnezza” sempre a terra sta.


Vengo riempito a tutte le ore e che fragranza per tutta la città. Qua nessuno rispetta niente.

Narr. 

- Ad essi si accodano tutti gli altri segnali. La strada rimane vuota e abbandonata a se stessa. Immaginate un po’ che confusione e che sporcizia!


Il Sindaco, avvertito, convoca tutti i segnali e i cassonetti in riunione straordinaria.

Sindaco 

- Ma cosa vi è saltato in testa? Siete impazziti?


Non vedete com’è ridotta la città senza di voi? Sembra di essere nel Far West,


dove ognuno si fa giustizia da sé, dove prevale la prepotenza e la legge del più forte. Gli incidenti sono aumentati ed anche le malattie per mancanza di igiene.
Il divieto di sosta –(facendosi portavoce) Signor Sindaco, noi il nostro lavoro l’abbiamo sempre fatto, ma per molti, ci siamo o non ci siamo, è la stessa cosa, quindi abbiamo deciso di protestare e di lasciare i cittadini a cuocersi nella loro stessa confusione.

Sind. – Ed io come faccio da solo a tenere in ordine le mie strade? Come potrò evitare che qualcuno si faccia male, percorrendole? Cosa dirò ai turisti che vengono ogni anno a visitarci? Vi prego, datemi un consiglio!

Narr. - I segnali si consultano e, dopo aver preso una decisione unanime, rispondono in coro:

Tutti - I bambini!!!

Sind. – I bambini? E che soluzione è questa?

Divieto d’accesso – Vede signor Sindaco, i bambini sono il nostro futuro; e se iniziassimo da loro? Potremmo entrare nelle scuole, presentarci a loro e diventare amici. Sono sicuro che si abitueranno alla nostra presenza, capiranno certamente l’importanza del compito che svolgiamo e potrebbero far leva sulla coscienza degli adulti. Potremmo spiegare loro che le regole non sono un limite alla libertà, anzi, esse rendono l’uomo libero.

Sind. – Giusto. Allora andate nelle scuole gridando questo slogan:
“Il rispetto delle regole rende l’uomo libero!”




CLASSE III H


INS. WANDA CONTE

sabato

SIGNURI'



A Ciro piaceva scrivere. Non importava cosa, gli bastava avere una penna in mano e un foglio bianco davanti................. Gli si illuminarono gli occhi il giorno che gli chiesi di scrivere un tema (avevo mal di testa). “Subito signurì, ditemi solo la traccia.”
“Fai tu Ciro, traccia libera.”
Tornò a posto e per la prima volta non lo vidi tuffarsi nella scrittura, tentennava......
Il giorno dopo corressi il tema.
Tema: “Traccia libera.”




Io c’ho una traccia libera che ci vado a corso Vittorio Emanuele e ci prendo l’autobus. Poi quando torno a casa dico: “Mammà, dove sono le mie tracce libere?” “Ciruzzo, vedi se ne sta ancora qualcuna dentro al frigorifero.”
La sera prima di andare a letto papà mi dà il permesso di vedere una traccia libera in televisione fino alle nove e poi basta che la mattina mi devo svegliare presto per venire a faticare qui.
P.S. Signurì, io non lo saccio cosa sono le tracce libere e non vi voglio disturbare, che state chiaramente abbattuta oggi, quindi ci ho messo un po’ di tutto. Qualcosa sarà! Sempre vostro.


Ciruzzo.
Oggi sono stata alla libreria Feltrinelli; mancavano i libri che cercavo, ma non riuscendo ad uscire da una libreria a mani vuote, mi sono tuffata in una marea di titoli; sono stata colpita da uno che mi ha richiamato alla memoria vecchi ricordi: SIGNURI’ di Milena Maggio. E’ un diario di bordo di un’insegnante di scuola primaria che ha insegnato negli anni ’80 nei Quartieri Spagnoli. I ricordi destati dal titolo sono proprio quelli della mia infanzia, quando l’insegnante veniva chiamata così, zitella o sposata che fosse. Inoltre questo brano mi ha portato indietro nel tempo, agli anni vissuti da  precaria in scuole dove di “Ciruzzi” ce n’erano tanti e spesso li penso con nostalgia, chiamandoli “i miei scugnizzi”.....ma tanto veri.....Complimenti a Milena Maggio!

venerdì

Messaggi

Mi piace iniziare l'anno scolastico con un messaggio di bentornati, utilizzando parole mie o prese da altri autori. Per evitare che le parole vadano perse, lo fotocopio e lo faccio inserire sul quaderno. Poi lo leggiamo e ne discutiamo.
In una quinta dedicai ai ragazzi questa frase (allora non usavo ancora il pc) non mia ma era talmente bella che volli dedicargliela.

martedì

Poesie

LE FARFALLE

Le farfalle
ballano
velocemente
un
ballo
rosso
nero
arancione
verde
azzurro
bianco
granata
giallo
violetto
nell’aria,
nei fiori,
nel nulla,
sempre volanti,
consecutive
e remote.


Si adatta benissimo al periodo autunnale: si invitano gli alunni a riscriverla, paragonando le farfalle alle foglie......credetemi, vengono fuori bellissime poesie. Io la feci leggere e spiegare durante il percorso tematico "Autunno nell'arte" Qui un esempio

lunedì

Anche per questa scheda si posono realizzare numerose attività come già detto per il trigramma gli

IL DIGRAMMA GN
Una volta c'era un grosso cigno
che sorrideva solo con un ghigno:
aveva preso un pugno
proprio lì, sul grugno.
Mentre faceva il bagno nello stagno
vide da lontano un piccolo ragno.
Urlò: "Questo è il mio regno!
se vuoi bagnarti, paga il pegno."
Il ragno si mise con impegno
e una ragnatela fece con ingegno.
Era intrecciata con fili di sogni.
Vi avvolse dentro il re dello stagno
e lo spedì dritto al circo "Togni".
Con questa scheda si possono realizzare diverse attività: individuare le rime e le parole con il trigramma gli, far drammatizzare il racconto, elaborare un questionario per la comprensione del testo; in matematica creare situazioni problematiche, rappresentare in sequenza la storia, riscriverla in un tempo diverso........
Io sono dell'avviso che un brano va rivoltato dentro e fuori; purtroppo molti insegnanti si lasciano prendere dall'ansia di terminare il libro di lettura, ma a che scopo?

domenica

Il trenino EO

Preferisco, soprattutto nelle classi prima e seconda, utilizzare lo sfondo integratore anche se comporta una maggiore quantità di lavoro e tempo; alcuni denigrano questo modo di operare, pensando che si possa correre il rischio di annoiare o demotivare gli alunni.
Ma dall’esperienza fatta, lo trovo un ottimo strumento per organizzare il contesto educativo e creare continuità verticale con la scuola dell’infanzia.
Lo sfondo diventa un filo conduttore che guida gli alunni, come in un viaggio a più fermate, verso gli obiettivi da raggiungere.
Questo è un esempio. Realizzai il Powerpoint per la relazione finale per l'anno di prova.

http://www.facebook.com/topic.php?topic=100&post=163&uid=148144361869752#!/album.php?aid=28599&id=100000114621737

Questo è il racconto che mi inventai per introdurre il personaggio che avrebbe fatto da sfondo in prima e seconda.

IL TRENINO EO
Sui vecchi binari di una stazione viveva abbandonato un locomotore che da anni era andato in pensione.
Era molto triste, perchè l'indomani sarebbe stato portato alla demolizione.
Ricordò, fra le lacrime, i bei tempi passati quando, ancora giovane e ben oliato, correva, sbuffando fra monti e valli, portando a spasso sui suoi vagoni vecchi, bambini ed anche imbroglioni.
- Domani scapperò! - esclamò ad un tratto. - Lascerò questo posto dove nessuno mi ama più. Ma dove andare? Chi porterò con me? -
Prese un giornale per trovarvi qualche inserzione e ad un tratto il suo sguardo fu colpito da un trafiletto:
"Cercasi accompagnatore per un gruppo di bambini che devono intraprendere il loro primo viaggio nel mondo del sapere".
Eo, tutto raggiante, si diede una bella ripulita, oliò per bene tutti gli ingranaggi e si presentò in anticipo davanti alla scuola: non voleva per niente al mondo perdersi la stupenda occasione di accompagnare quei bambini alla scoperta dei paesi dei giochi, delle linee, delle lettere, dei numeri, della poesia, ma soprattutto della......fantasia!


LA STORIA DI ALLO E IMPROVVISO

Un altro errore molto comune. Consiglio ai miei alunni di fare i furbi se hanno il dubbio: al posto della locuzione, usare l'avverbio.



Il gatto Allo e il cane Improvviso
strinsero amicizia con un sorriso.
Stavano spesso insieme, ma tenendosi a distanza,
perchè appena si avvicinavano
di colpo si azzuffavano.
Un giorno a gatto Allo gli fu tolta una gamba;
più non poteva ballare la samba.
L'amico Improvviso un appoggio gli offrì,
ma ALL'IMPROVVISO l'amicizia finì.
Il gatto All (or senza gamba) una soluzione trovò:
un apostrofo come stampella usò.
Da quel momento All e Improvviso
ritornarono a scambiarsi il sorriso.

A VOLTE O AVVOLTE?


Un errore molto comune

Spesso capita
a Titti la svampita,
con parole che vanno separate,
di scriverle di seguito, vicine, appiccicate.
A VOLTE le sembrano AVVOLTE da un mistero
e a Titti questo non par vero.

Difficoltà ortografiche Le doppie

Mi piace inventare filastrocche per il consolidamento delle difficoltà ortografiche e spesso vengono fuori proprio dai pensieri dei bambini che, si sa, hanno molta più fantasia di noi.
Con esse si possono realizzare diverse attività: drammatizzazione, individuazione di rime, creazione di versi più strani, utilizzando due parole date, rappresentazione grafica.....

LE DOPPIE
Ditemi voi se non è un po' strana
questa bambina di nome Floriana.
Quando indossa una tuta
si pavoneggia tutta
e se la pecora bela
lei diventa più bella.
Con i Lego fa una casetta
e la ripone poi in una cassetta.
Lancia bene in aria la palla,
ma lo fa solo con la pala
e se, dipingendo, il colore le cola,
lei lo trattiene , usando la colla.
Se di nero la sua penna scrive,
piange a dirotto e la sua pena descrive.
Strimpella col piano fantastiche note,
ma lo fa solo se viene la notte.
Infine, quando al mare vede un tonno
lo guarda impettita, per darsi un tono!

LA MONGOLFIERA


Penso che se non ci abbassiamo alla loro altezza, non potremo mai comprendere la realtà che vivono i nostri alunni e ci sarà preclusa la possibilità di ...imparare da loro qualcosa e sbarrata la strada per arrivare a loro.
La mongolfiera fu lo sfondo integratore in quarta: essa rappresenta per me il mezzo più idoneo per far viaggiare la fantasia e nello stesso momento permette di avere una prospettiva migliore per visualizzare il proprio mondo e le proprie emozioni. Iniziammo l'anno scolastico con la distribuzione di un vero e proprio biglietto d'imbarco e con la lettura del brano tratto dal racconto di M. Lodi (che facemmo trovare al muro, insieme ad una grande mongolfiera) da cui prendemmo spunto per presentare il filo conduttore: conoscere se stessi e gli altri, imparando a riconoscere le proprie emozioni. Scrissero poi un pensiero sulle aspettative future su un bigliettino e lo fecero volare, legato ad un palloncino (la loro mongolfiera).


Pensieri bambini = una raccolta di testi

In classe terza, verso la fine di maggio, chiesi ai bambini di scegliere un racconto fra i tanti scritti durante l'anno e di riscriverlo al PC. Quando vennero a ritirare la scheda di valutazione trovarono la sorpresa del libro realizzato con le loro storie e che sarebbe stato il loro amico per le vacanze....... Fu messo insieme con un dorsetto.
Ho scannerizzato solo alcuni racconti per farvi avere un'idea.

Il metodo simultaneo

Sei anni fa scoprii un metodo molto efficace per l'apprendimento della letto-scrittura e l'utilizzai con grande successo, avendo una classe prima formata da alunni molto eterogenei. Il metodo in questione è quello SIMULTANEO ed è valido soprattutto se in classe ci sono bambini con difficoltà di vario tipo. Esso è stato sperimentato da alcune insegnanti di una scuola di Cremona che ne hanno documentato l'esperienza e ne hanno realizzato un libro (non in vendita, ma distribuito a chi intende utilizzare il metodo) Credetemi, tutti, ma proprio tutti, a fine anno leggevano e scrivevano benissimo.
Ho saputo che il metodo si è arricchito con integrazioni multimediali che ne facilitano l'uso. (Infatti richiedeva tempo la preparazione di alcuni materiali)
Per ulteriori informazioni
http://www.ivana.it/download/presmetodo.pdf

arte e immagine

    



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I quadri di Mirò e Kandinsky si adattano benissimo ad attività di matematica, geometria e arte. Si può parlare di astrattismo e surrealisno anche con i bambini, perchè sono correnti pittoriche
molto più vicine al loro modo di vedere il mondo di quanto pensiamo: la prima rappresenta ciò che nella realtà non esiste (non esistono in natura figure geometriche perfette) e la seconda ciò che esiste solo nei sogni.
Guardate che piccoli capolavori hanno saputo realizzare